sabato 24 gennaio 2009

"Da misteriosa lontananza,
quando son triste in rodimento
per l'altrui scelleratezza che mi opprime,
giunge un comandamento:
certo e dal cuore della madre.
Odo una voce che mi dolce dentro:
se vuoi per te letizia,
donala prima agli altri
come un santo dovere.
Oh, del bene il piacere.
Sboccia non da sapienza inorgoglita,
che spesso è disumana,
ma d'umile esperienza
di carità cristiana
e dal dolore di sofferta vita.
Prorompe dall'amore
come un lampeggio fitto
nella notte di calda estate:
il cielo nuvoloso e cupo
si spacca nei subissi
d'un'abbagliante luce.
Io tento di carpirne un guizzo
e serrarlo nel canto
e rimandarlo al cuore dei viventi.
Oh, del bene il piacere,
Se il dono più attraente vuoi godere,
accogli alla tua mensa un derelitto,
perdona e aiuta
chi perpretò un reato
e in pena l'ha scontato.
Mostrati di loro più piccino
portando luce e la speranza.
Non c'è nel mondo un godimento
che rassomigli al premio
d'un lampo di ringraziamento,
quando sul viso in pianto
si ravviva la luce d'un sorriso.
Il Cristo si rivela a lui d'accanto:
e luminoso,
consente e benedice
al dono generoso.
Tu godi un'esultanza che t'inciela."

Michele Campana, Il piacere del bene

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