martedì 6 gennaio 2009

"Nella cima di un colle,
solitario c'è un olivo
in mezzo ad un turchino immenso.

Da lontano pare un fifolo
che si levi per svanire in cielo.
Ma, se ti accosti, tu vedi
che alla terra è trattenuto
da un sartiame di radiche.
In mezzo ha un tronco
tutto gobbe e tutto spacchi.

Nel busto contorto,
nelle branche protese,
ha il tormento della lotta.

Intorno a sé,
un lamento sente,
nella parte più bella di sé,
un sussurro di fronze.

Tremano sempre di brama,
perché vorrebbero salire
e nel cielo disperdersi.

Lui da anni ed anni
piantato sulla terra
soffre e si torce
per liberarsi.

Olivo solitario, io t'amo,
che sei la creatura più vera
di quante Iddio abbia create!"

Michele Campana, Olivo solitario

4 commenti:

Turion ha detto...

bello bello (la poesia e l'immagine) anche se preferisco l'idea di albero come un "paziente e benevolo saggio della foresta"

Turion ha detto...

Ps: posso postare l'immagine nel mio blog se ne avrò bisogno?

Turion ha detto...

Pps: nel primo verso della terza strofa c'è un errore oppure è proprio "ocontorto"?

"Chef" Ciani ha detto...

bellissima la poesia e l'immagine! cmplimenti!:)